Per curare efficacemente una persona, senza fare marketing, senza comunicare illusioni e soprattutto senza far perdere tempo, è determinante conoscere i confini di applicazione delle proprie competenze, coniugando questa prerogativa alla valutazione meticolosa di ogni singolo caso clinico, senza dogmi e senza conclusioni affrettate.
Un problema muscolo-scheletrico può essere analizzato analiticamente e curato di volta in volta, effettuando massaggi, mobilizzazioni distrettuali ed esercizi riabilitativi, oppure può essere inquadrato in maniera molto più ampia, cercando di comprendere perché quel singolo individuo abbia dolori e disturbi a volte con peggioramenti non sempre comprensibili, e/o ribelli a cure pregresse, anche farmacologiche o chirurgiche.
E’ con questa seconda finalità che ogni caso deve essere trattato.
Ottenere un valido riscontro in 3 sedute
Dopo la valutazione iniziale e se il tuo caso può essere preso in carico, normalmente entro 3 sedute ogni Paziente deve rilevare un sensibile miglioramento. E’ evidente che in rapporto al singolo problema ed alla cronicità del problema curato, per qualcuno la terapia dovrà comportare qualche seduta in più, ma nel caso significa comunque che una buona percentuale del disturbo è stata nettamente ridimensionata.
Il dolore e la sua modalità di manifestazione e peggioramento
Di fronte ad ogni caso e per ogni dolore, è importante differenziare le componenti: un disturbo, un sintomo, apparentemente simili ad altre manifestazioni dolorose, può essere riconducibile a patologie oppure a disfunzioni diverse. L’abilità del terapeuta, dopo l’inquadramento medico-diagnostico, sta nel comprendere su quali parametri intervenire.
Esempi pratici?
Il dolore della colonna vertebrale può peggiorare a riposo e migliorare durante il movimento della giornata, oppure richiedere il riposo effettivo per non essere incentivato. Nella donna può peggiorare in fase ovulatoria e/o mestruale, senza manifestarsi in altri momenti del mese, oppure essere totalmente slegato dal ciclo mestruale e peggiorare solo dopo determinate attività (ad es. sport) o specifici movimenti.
A volte può incidere negativamente il clima e le sue variazioni, in altri casi si addebita al clima la responsabilità dei peggioramenti senza che questo incida realmente nelle riacutizzazioni. Ma senza le spiegazioni del caso è normale effettuare ipotesi generiche.
Un dolore può disturbare il sonno o quest’ultimo può invece rappresentare il momento in cui la persona non avverte nulla, con peggioramento nel corso della giornata.
Per tutti questi esempi, il cui ipotetico dolore ha una modalità di manifestazione differente, è sicuramente opportuno che il trattamento sia personalizzato e differenziato in base alle componenti problematiche che lo evocano e/o auto-mantengono.